Ci tocca andare oltre in quei giorni in cui il buio afferra colli, l’affanno dell’attesa copre la libertà del respiro e un sogno in manutenzione non ne vuole sapere di ripararsi. Ci tocca andare oltre quando la rabbia mette le scarpe, la pioggia rovina la festa, la parola estranea sgomenta la piazza, le certezze sono a un dubbio dalla resa. Ci tocca andare oltre quando scopri che hanno umiliato gli alberi, seviziato primule, cancellato voli, arrestato gli acrobati, deriso gli eretici, punito i buoni, vietato il verso libero. Nel Paese del Frattempo, sul ponte dei cieli ambrati, così simile alla navata d’una chiesa sospesa, avanza un guerriero che chiamano Oltre, antico come la pietra della giustizia, munito di silenzi e inferni, fabbricante di attimi necessari per rialzarsi e proseguire il sentiero.
Chi ha la fortuna di vederne il passo e trattenere la sua lucente apparizione, racconta di un uomo senza età, armato di sciabole di sole, un elmo stellato e un sorriso intatto che ha superato dolori. Il mito che lo precede narra di un combattente che vaga, in cerca del suo irraggiungibile esercito, senza riposo né desiderio di sonno; i suoi aedi ne cantano la tenacia e la feroce allegria, i suoi detrattori condannano la sua indole a crederci ancora nel pieno d’una battaglia irragionevole. Oltre va e se ne frega. E il suo passaggio, oltre a ravvivare il coraggio e a scoprire il seminato del favoloso, è un invito a sfidare non solo i mostri di dentro.