Tramortito da un discorso adulto, con gli occhi degli altri proiettati nel calcolo delle probabilità e nel ragionamento sui rischi, decise di lasciare il tavolo. Non gli serviva più uno specchio per sapere davvero chi fosse né scorrere vecchie foto in cui intatti trepidavano, come su una pista d’atletica, i suoi sogni ai blocchi di partenza.
Quella mattina abbandonò il campo della maturità consapevole del tempo smarrito, della capigliatura sparita, dei traguardi disattesi. Rivisse in una camminata improvvisa gran parte della sua vita, ferma sul trono delle pigre certezze e così applaudita nel Regno dell’Inutile Passaggio. Si è schiavi del proprio destino se non si recuperano i progetti di ragazzo. Si è finiti prima dell’addio se non si ritorna al primario sentire.
Con i passi sbadati e un dolore nei pensieri, si ritrovò in un vico, attratto da una cricca rumorosa assiepata vicino una bottega senza insegna. Trovò altri occhi come i suoi attratti dalla ricerca di un intimo slancio e dal desiderio di riparare l’età adulta. S’infilò in quel rumore di chi aveva fatto saltare tavoli e trattative per comprarsi un giorno adolescente. Uno di quei giorni in cui fabbrichi il domani con scioltezza e avverti nel corpo l’energia dell’impossibile.
Non ci mise molto ad allontanarsi dalla bottega quando si accorse che il prezzo da pagare per quel giro di ore immature era consegnare alla cassa una buona dose di ricordi. Restò così per strada, adulto per sempre con un rimorso nuovo da gestire.
Come sempre rimango incantata dai tuoi pensieri e da come li trasformi in parole. Pinarosa
Grazie davvero!
Molto intenso…dà coraggio !
Grazie!
Un sogno smarrito che prende corpo nelle tue parole. Interessante e coinvolgente!
Grazie Maria Pina, grazie!