Canto il potere di reinventarsi, anche quando ogni frammento di luce sembra finito nella botola del buio insieme agli occhi della tigre e all’inchiostro della tenacia. Canto questo potere muto che custodiamo in fondo al mare, così sconosciuto da ignorarne gli artigli e le grazie, impauriti come siamo di immergerci e toccarne il senso per la troppa fatica a frequentare fantasmi, caricarsi i rimorsi, sfidare l’abisso. Reinventarci è il potere di un nuovo respiro, linciaggio necessario del tempo perso, bracciate a cielo aperto in un giorno ritornato libero.