Dilemma tutto italiano: quello lì è più scrittore o giornalista? Giornalista-scrittore o scrittore-giornalista? Nel dubbio, i sottopancia made in Italy abbondano di “giornalista e scrittore” o di “scrittore e giornalista”, anche se l’interessato, a volte, non è né l’uno né l’altro. Ma quanti scrittori sono capaci di produrre un efficace pezzo di cronaca? O quanti giornalisti riescono a portare a termine la stesura di un dignitoso elzeviro? Il libro di Beppe Benvenuto dal titolo Elzeviro (Sellerio, 2002), intanto sgombra il campo dai dubbi e intraprende un viaggio nel giornalismo letterario con una sezione antologica preziosa.
Il lavoro conferma che gli italiani sono un popolo poco incline al romanzo, lettore più di giornali che di libri, proiettato verso la novella, il frammento, il verso, l’elzeviro. Quest’ultimo è prosa d’arte consacrata alla brevità (come il corsivo, d’altronde), è “articolo di mescolanza, frittura” (Roberto Ridolfi) con il limite della misura, è esercizio di “mandarini mediocri” che scrivono nella “palude della terza pagina” (Alberto Arbasino).
Illuminanti nella parte antologica gli articoli di Benedetto Croce (non sempre il giornalismo è letteratura scadente; giornalismo “arte improvvisata” che non deve indugiare come giustamente fanno storici e scienziati; niente di ciò che l’uomo fa è immortale: ogni cosa finirà nella voragine, sia l’articolo di giornale sia il poema elaborato), di Emilio Cecchi (“gli Apostoli sono stati i primi giornalisti”) e di Mario Puccini (spiega il bisogno, che è anche un’opportunità creativa, di trattenere un soggetto “in termini il più possibile economi”; l’elzeviro è superamento ed evoluzione della novella dell’Ottocento). Nell’agonia della terza pagina e del declino dei giornali cartacei, il libro di Benvenuto è perla incastonata nella corona della letteratura giornalistica (per Claudio Marabini “letteratura bastarda”) su uno degli scaffali più appassionati della mia libreria, e gode di buona compagnia: vive e respira tra gli elzeviri dei fuoriclasse Ansaldo, Ridolfi, Manganelli, Coccioli e Ceronetti.